Sunday, June 18, 2006

Mobbing e Pace

"La lesione dell'integrità fisica e della personalità morale del prestatore di lavoro garantite dall'art.2087 c.c. si può realizzare con comportamenti materiali o provvedimenti del datore di lavoro indipendentemente dall'inadempimento di specifichi obblighi contrattuali previsti dalla disciplina del rapporto di lavoro subordinato. La sussistenza della lesione del bene protetto e delle sue conseguenze dannose deve essere verificata considerando l'idoneità offensiva della condotta del datore di lavoro che può essere dimostrata, per la sistematicità e durata dell'azione nel tempo, dalle sue caratteristiche oggettive di persecuzione e discriminazione, risultanti specialmente da una connotazione emulativa e pretestuosa, anche in assenza di una violazione di specifiche norme di tutela del lavoratore subordinato". È quanto ha di recente stabilito la Suprema Corte (Sent. n.4774/2006) che, nel pronunciarsi su un ricorso promosso da un lavoratore, ha individuato con precisione i connotati della condotta datoriale idonei ad integrare il cosiddetto "mobbing".

Nell'ambito lavorativo il mobbing definito da Leymann e Ege sta cominciando a venire riconosciuto e osservato su base statistica, come di recente pubblicato: Lavoro - La classifica del mobbing

Anche nell'ambito della famiglia, si sta ponendo maggiore attenzione agli aspetti psicologici che stanno alla base del conflitto nel processo di separazione. Oltre alle note sindromi e patologie che il conflitto produce sui figli, si pone maggiore attenzione a distinguere il conflitto dal mobbing genitoriale. Nell'ambito accademico, si stanno studiando classificazioni, test di identificazione e metodologie per contrastare il mobbing genitoriale che ha come contesto, invece dell'azienda, il sistema della giustizia familiare e le persone che vi operano.

Recenti studi e ricerche, hanno rilevato la sistematica attuazione da parte di uno dei coniugi di strategie "persecutorie" preordinate nei confronti dell'altro coniuge, allo scopo di costringere quest'ultimo a lasciare la casa coniugale e impedire che possa mantenere le relazioni con i figli.

Il mobbing genitoriale non ha nulla in comune con la conflittualità spontanea, ma definisce un vero e proprio attacco continuo e intenzionale di uno dei due coniugi alla volontà e alla capacità di resistenza dell'altro. Il mobbing genitoriale, come ogni forma di mobbing, infatti, presuppone l'intenzionalità dell'autore della condotta "persecutoria".

E', in altri termini, una strategia comportamentale volta a raggiungere un obiettivo. In genere la strategia è costituita da atteggiamenti offensivi e insultanti, provocazioni sistematiche, rifiuto di qualsiasi forma di cooperazione, imposizione della propria volontà nelle scelte che riguardano alla famiglia, sottrazione di beni comuni e manipolazione dei fatti al fine di giustificare i propri comportamenti nel contesto sociale, per emarginare ulteriormente il soggetto mobbizzato. Sono sistematiche le false accuse in ambito giudiziario. Spesso vengono falsificate o manipolate prove e perizie.

L'obiettivo, in genere, è quello di mettere in discussione il ruolo del genitore mobbizzato nella famiglia, per estrometterlo dalle decisioni o per indurlo a decisioni cui è invece contrario. Il mobbing genitoriale è una strategia ben studiata, è una forma di persecuzione subdola, impalpabile, fatta di piccoli gesti, ostilità, chiusura della comunicazione, continue critiche tipicamente in contraddizione palese, assoluta indifferenza messa in atto con l'intenzione di sminuire l'altro.

Il mobbing familiare si ritrova in quattro campi principali:
  • sabotaggi delle frequentazioni con il figlio, spesso manipolandolo,
  • emarginazione dai processi decisionali tipici dei genitori,
  • minacce,
  • campagna di denigrazione e delegittimazione familiare e sociale.
La Corte di Appello di Torino ha pronunciato una sentenza innovativa (21 febbraio 2001) in cui il mobbing è indicato come causa che giustifica l'addebitabilità della separazione alla colpa del coniuge che vessando la moglie ha reso intollerabile la convivenza. Si è cominciato, così, a discutere sulla possibilità che il danno da mobbing coniugale e familiare sia riconducibile alla figura risarcitoria del danno esistenziale (Petrilli, 2003). Non si può trascurare, inoltre, la possibilità che le conseguenze sull'equilibrio psico-fisico del soggetto leso da un comportamento di mobbing coniugale e familiare possa configurarsi come danno biologico, laddove si ponga diagnosi di disagio psicologico in relazione causale con la condotta mobbizzanti.

Per contrastare il mobbing genitoriale garantendo ai figli la continuita' dei rapporti con entrambi i genitori, anche quando questi si separano e' stata varata la nuova legge sull'affido condiviso in vigore dal 16 marzo 2006. Normalmente il precedente regime di affido esclusivo affidando i figli alle madri, comportava l'automatica assegnazione della casa familiare e di un assegno per il mantenimento dei figli che la madre riceveva dal padre, estromesso dunque dai compiti di cura dei figli. Un "diritto di visita" gestito di fatto dal coniuge convivente quando anche mobbizzante, era una difesa labile per contrastare il mobbing genitoriale, che diventava legalmente auto-premiante.

Se si leggono le dichiarazioni di certi avvocati, come le campagne di opposizione al condiviso che ha fatto l'associazione degli avvocati di famiglia AIAF, si comprende che il mobbing genitoriale e' a tutti gli effetti un comportamento di un gruppo organizzato di persone, la cosiddetta "azienda dei divorzi" o divorzificio.

In particolare colpisce leggere la pervicace campagna della nota avvocatessa Bernardini de Pace, che ancora oggi - 18 giugno festa del papa' nel mondo - in concomitanza con la Million Dads March, continua a difendere il mobbing con una istigazione alle donne dalla testata Donna Moderna annunciando il suo nuovo manuale "Figli condivisi" per metterci una croce sopra.

Tanto per smascherare la dialettica manipolante della Pace, basti osservare che gia' il Tribunale dei Minori di Milano ha stabilito la propria incompetenza, poiche' la legge e' chiara nel assegnare a un unico tribunale l'intero fascicolo, che si tratti di coppie sposate o conviventi con figli, mentre il Tribunale dei minori puo' essere esclusivamente competente per la materia di patria potesta e affido, esclusa la parte economica. Al contrario, la mediazione obbligatoria che il testo originale prevedeva e' stata estirpata proprio nella commissione giustizia, a maggioranza dagli avvocati.

E' evidente che per scoraggiare il mobbing genitoriale si debba avere una legge che impedisca di ottenere gli obiettivi perseguiti: "il demansionamento del padre" sottraendogli di fatto ogni possibilita' di educare e indirizzare i figli, eliminandolo dal processo decisionale e limitando la frequentazione con i figli, in modo da minare alla base la sua autorevolezza e impedendo ai figli l'accesso a una visione complementare della realta' delle cose.

Diventa molto arduo altrimenti innescare una mediazione senza una norma che impedisca gli abusi. Nessuno sarebbe disposto a trovare pacificamente una soluzione per il bene dei figli, se all'origine della separazione legale sta un mobbing genitoriale che viene direttamente legalizzato dal giudice tanto piu' esso si manifesta evidente. Il coniuge mobbizzato, infatti, poteva essere escluso dalla frequentazione dei figli proprio adducendo come motivazione i disturbi post-traumatici da stress (PTSD), depressione, fobie causati dal mobbing.

Insomma, ogni ostruzione al mantenere di fatto un rapporto equilibrato di convivenza figlio-genitore apre palesemente un portone al mobbing genitoriale.

Saturday, June 17, 2006

Gay Pride, Torino si prepara

Torino si prepara ad accogliere i partecipanti
Torino comincia ad affollarsi di pubblico intenzionato a partecipare il Gay Pride nazionale che partirà alle 17.30 dalla stazione ferroviaria di Porta Susa, con una trentina di carri allestiti da associazioni e gruppi vari, per arrivare alle ore 20 in piazza Vittorio dove sono previsti i saluti delle istituzioni, poi lo spettacolo di Antonella Ruggiero. Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, non ci sarà al Torino Gay Pride, il corteo dell'orgoglio gay, lesbico, bisessuale che attraverserà il cuore del capoluogo piemontese, ma un «dono» lo ha fatto: la Mole Antonelliana, simbolo della città, diventerà color rosa. Tra i partecipanti alla parata anche la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso. Verrà in sua vece il neo-assessore del Comune Marta Levi.

Il Presidente della Camera Fausto Bertinotti e il ministro per le politiche europee Emma Bonino pare che questa volta non ci saranno, ma hanno entrambi firmato l´appello 'Esserci è diverso."

Ci saranno anche i Papaseparati Torino che da tempo chiedono di non essere discriminati dalle stesse istituzioni apparentemente attente ai diritti civili di tutti, dimenticandosi dei minori. Perche' noi no?
un abuso a tutti gli effetti.

comunicato della manifestazione mondiale MDM


Fratellini scomparsi

Gravina il vescovo si offre come mediatore Il vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti si è offerto come mediatore per trovare Francesco e Salvatore Pappalardi, scomparsi ormai da 12 giorni.

Monsignor Mario Paciello spera infatti che, assicurando 'l'anonimato a chiunque abbia notizie utili per il ritrovamento dei fratellini', possano finalmente sbloccarsi le ricerche, per ora senza risultato, dei due bambini.

Il vescovo ha chiesto di diffondere il suo numero di cellulare (3358275685) e quello dell'episcopato di Gravina (0803251111), contatti preziosi per chi sa qualcosa ma per 'particolari motivi di segretezza' non vuole esporsi. Nell'assicurare di non diffondere le informazioni riservate, monsignor Paciello si è offerto anche di andare a prendere i due fratelli di 13 e 11 anni, ovunque si trovino. "

Il parroco: " Bisogna indagare sulla madre"

E' stato necessario che si verificasse l'orribile episodio di Gravina, perchè ci si rendesse drammaticamente conto delle mostruosità che devono subire i figli dei separati, quando uno dei genitori non intende tutelare il loro diritto ad avere rapporti con entrambi. Un caso esemplare.

La tragedia è quella di un Diritto che non tutela le relazioni.
Stato Crepuscolare di Coscienza

Progetto Mobbing - la psicologia nel lavoro e nella separazione genitoriale

La psicologia della separazione. In caso di conflitto che ha basi psicologiche e di blocco della comunicazione, la separazione non risolve il conflitto, ma lo esaspera. Il conflitto che dovrebbe essere gestito direttamente tra i genitori, mediante il dialogo, viene delegato agli avvocati che fanno la guerra giuridica, invece di ricostruire e stimolare il dialogo. Questa azione giuridica aggressiva, solitamente finalizzata a distruggere la parte avversa, viene condotta da avvocati e tecnici/giuristi non considerando il grave danno esistenziale che operano sui genitori e per conseguenza sui minori.

I minori subiscono un abuso psicologico in presenza di conflitto tra i genitori. Questa violenza psicologica e' grave sia che i figli assistano direttamente al conflitto, sia che ne vengano coinvolti osservando gli effetti della guerra sui genitori, sia quando subiscono una campagna denigratoria di un genitore nei confronti dell'altro.

Proprio nei casi in cui i genitori avrebbero maggior necessita' di un aiuto esterno, emerge l'assenza di chi possa fornire aiuto adeguato. Anche i minori non sanno che fare ne a chi rivolgersi. La via giudiziale sembra essere la soluzione, che invece innesca un conflitto di proporzioni ancora maggiori, perche' i legali perdono completamente di vista il benessere psichico dei minori, che e' diretta conseguenza del benessere psichico dei genitori e della loro capacita' di relazionarsi in modo dialogante e comprensivo.

La via giuridica si concentra sugli aspetti squisitamente materiali, dimenticando che la famiglia e' fondata ed ha compiti fondamentali di educazione dei minori che sono spirituali, culturali, di relazione e che pertanto riguardano essenzialmente la psiche.

Quando esiste una distanza tra le visioni dei due genitori e manca il dialogo necessario per ricomporre il conflitto, la separazione non risolve il conflitto.

Per risolvere il conflitto e' necessario uno sforzo, per stimolare il dialogo e la relazione, assumendo la prospettiva del bambino come elemento di socializzazione dei genitori.

La guerra giuridica innescata dagli avvocati, procede in direzione diametralmente opposta, secondo il principio della massima contrapposizione, distruggendo l'avversario con ogni per ottenere dei vantaggi. Si attua allora un mobbing genitoriale, finalizzato alla distruzione di un genitore per escluderlo e per metterlo in condizioni di inferiorita' tali da non poter piu' reagire.

Questo e' il mobbing genitoriale.

Se ne e' parlato al convegno Roma, 3 Maggio 2006
Adattamento e psicopatologia familiare nella separazione coniugaleMOBBING GENITORIALE

Sono ormai anni che gli specialisti discutono di questi problemi, confinati nel loro punto di vista tecnico: psichiatri, psicologi, legali, giuristi.

Quello che ancora manca per affrontare il problema del mobbing e della violenza psicologica e' una consapevolezza diffusa interdisciplinare, che coinvolga la societa' civile chiamata a far emergere le situazioni sommerse, per mettere poi in rete le risorse interdisciplinari definendo punti di ascolto e percorsi di sostegno psicologico e legale per combattere il mobbing in tutte le sue forme.

Il mobbing si puo' esprimere in diversi contesti e forse quello maggiormente conosciuto si realizza in ambito lavorativo, quando si viene a creare un contesto insopportabile al mobbizzato per indurlo ad andarsene. Confrontando il mobbing che si determina nelle separazioni giudiziali con quello in ambito lavorativo, si possono riscontrare fondamentali identita' nei comportamenti e situazioni caratteristiche. Sicuramente i percorsi di sostegno e contrasto si rivelano identici.

Vogliamo dunque fare sinergia con tutte le risorse e le competenze gia' messe in campo nel contrasto al mobbing lavorativo, per sviluppare un progetto di divulgazione delle problematiche e realizzare una rete organizzativa di contrasto al mobbing in tutte le sua manifestazioni, in ambito lavorativo, familiare e nei gruppi sociali.

Oltre al materiale dei convegni scientifici, possiamo contare sulla lunga esperienza di persone che stanno operando per fare emergere, accogliere e contrastare i fenomeni di violenza psicologica. Da un confronto con le associazioni e risorse che si occupano di mobbing lavorativo, ci si rende immediatamente conto dalle identita' tra mobbing genitoriale e mobbing lavorativo, con la sola differenza del contesto mobbizzante: l'azienda in uno, il sistema giudiziario nell'altro.

Anche l'organizzazione di contrasto e' identica: associazioni nate dall'aggregazione spontanea di mobbizati, che mettono a disposizione le loro competenze. L'ascolto e' il primo servizio da potenziare e ancora molte situazioni non vengono alla luce perche' molti non sanno a chi chiedere aiuto. Va detto che la forma di mobbing piu' devastante e' quella che si trova isolata e immersa in un contesto assolutamente ostile, senza alcun appoggio. Dopo il primo ascolto e analisi della situazione, il percorso ottimale di sostegno ha due componenti fondamentali: quella psicologica di sostegno al mobbizzato e quella di intermediazione attiva tra il mobber e il mobbizzato.

"Ascolto e impegno diretto sui mobber per fare mediazione del conflitto ha dato risultati molto soddisfacenti, senza dover ricorrere a cause legali." riferisce la Dott.sa Marucco Presidentessa Associazione RISORSA in Torino. Oltre al percorso medico-legale di riconoscimento e terapia, si rivela estremamente efficace il gruppo di mutuo aiuto, per sostenere le persone nel rimettersi in gioco nel gruppo, muovendo le emozioni e riattivando le relazioni, per superare il trauma della ferita e imparare a convivere con essa. La potenzialita' del gruppo guidato di mutuo aiuto e' notevolmente superiore alla terapia individuale, come anche noi abbiamo constatato nello Spazio Papa'.

Nell'ambito lavorativo il mobbing e' forse piu' semplice da contrastare, proprio perche' si sviluppa in azienda, che e' luogo organizzato e sottoposto a controlli esterni. Chiaramente nell'ambito della famiglia o dei gruppi sociali, diventa molto piu' difficile emergere allo scoperto, per paura e per sensi di colpa. Sostanzialmente per un forte legame di dipendenza che si viene a creare tra mobber e mobbizzato. Nel caso di mobbing genitoriale il tutto si complica e si amplifica per la presenza dei figli che diventano strumento di mobbing, per mantenere il legame di dipendenza (il mobbizzato sul lavoro puo' dimettersi, accettando la sconfitta ma troncando il legame con il contesto mobbizante) e per colpire (senso di impotenza, di colpa, rifiuto).

Fatta eccezione per un centro a Bologna e uno a Milano, anche nel mobbing lavorativo come nel mobbing famigliare e genitoriale, sono essenzialmente le associazioni di volontariato (con l'ausilio dei sindacati) che portano concretamente avanti un lavoro di contrasto in modo molto professionale. Le persone mobbizzate sono distrutte, ossessionate dal problema senza vedere via di uscita. Non esiste in Piemonte un osservatorio Regionale, non abbiamo un quadro statistico omogeneo. Carente la prevenzione e la tutela. Il mobbing viene banalizzato come aspetto che riguarda i rapporti personali, mentre sottende obiettivi economici e di stigma condivisi da un gruppo organizzato contro un singolo. Esiste una chiara definizione di mobbing ed esistono strumenti di lavoro qualificati. Si deve ricostituire la consulta regionale sul mobbing.

Il problema del mobbing diventa ancora piu' grave quando si esce dall'azienda. Il mobbing familiare e genitoriale e' una violenza psicologica ancora piu' difficile da contrastare. Quando si passa per le strade, come ha fatto Anna Maria Audino distribuendo 15,000 volantini nella sola periferia nord-ovest di Torino, tanta gente espone fatti di violenza psicologica subita in modo continuato, che non avevano mai avuto il coraggio di denunciare. Anzi, si comprende che i sensi di colpa e di dipendenza impediscono a queste persone addirittura di parlarne con qualcuno, per paura di ritorsioni o di venire ulteriormente emarginate. Molti si vergognano di ammettere che subiscono violenza. Mancano i punti di ascolto ma sopratutto manca la consapevolezza a livello sociale. Le denuncie restano lettera morta. Mentre nelle aziende il fenomeno riceve una certa attenzione e si puo' trovare aiuto, al di fuori di quel contesto il mobbizzato non ha nessuno che lo possa ascoltare e non trova nessuno che lo possa aiutare. Sopratutto manca una legge che riconosca il mobbing e la violenza psicologica. Mancano i coordinamenti orientativi delle risorse esistenti, per attuare un contrasto concreto ed efficace a una forma di violenza che sta ormai dilagando senza alcun limite.

La strada sara' quella di collaborare, tra tutti coloro che si occupano di mobbing, per convergere su un Progetto Mobbing che aggreghi l'esperienza comune che nasce dai diversi contesti. Lavoro, Famiglia, Societa'. Divulgazione, con libri e pubblicazioni, conferenze, sopratutto simposi divulgativi che rendano disponibili a tutti quelle competenze specialistiche multidisciplinari che esistono e sono molto qualificate. Non sono necessarie risorse economiche, anzi, riorientando e coordinando in modo opportuno il lavoro di tutte le risorse disponibili, per ridurre il conflitto e per riattivare le relazioni positive, si ridurranno di molto i gravi danni economici ed esistenziali che il mobbing provoca alla societa', alla famiglia e sopratutto ai minori.

La prima azione vuole essere un convegno sugli aspetti psicologici nella separazione, riprendendo i temi esposti nel convegno AILAS con maggiore attenzione alle patologie e comportamenti mobbizzanti e soprattutto diffondendo pratiche ed esperienze concrete per ridurre il conflitto, dalla mediazione alla applicazione della nuova legge, ragionando su cosa serve fare per gestire quei casi piu' gravi che oggi non hanno alcun aiuto efficace.

Wednesday, May 31, 2006

MOBBING GENITORIALE: CONVEGNO SULLA SEPARAZIONE GENITORIALE

La psicologia della separazione. In caso di conflitto che ha basi psicologiche e di blocco della comunicazione, la separazione non risolve il conflitto, ma lo esaspera. Il conflitto che dovrebbe essere gestito direttamente tra i genitori, mediante il dialogo, viene delegato agli avvocati che fanno la guerra giuridica, invece di ricostruire e stimolare il dialogo. Questa azione giuridica aggressiva, solitamente finalizzata a distruggere la parte avversa, viene condotta da avvocati e tecnici/giuristi non considerando il grave danno esistenziale che operano sui genitori e per conseguenza sui minori.

I minori subiscono un abuso psicologico in presenza di conflitto tra i genitori. Questa violenza psicologica e' grave sia che i figli assistano direttamente al conflitto, sia che ne vengano coinvolti osservando gli effetti della guerra sui genitori, sia quando subiscono una campagna denigratoria di un genitore nei confronti dell'altro.

Proprio nei casi in cui i genitori avrebbero maggior necessita' di un aiuto esterno, emerge l'assenza di chi possa fornire aiuto adeguato. Anche i minori non sanno che fare ne a chi rivolgersi. La via giudiziale sembra essere la soluzione, che invece innesca un conflitto di proporzioni ancora maggiori, perche' i legali perdono completamente di vista il benessere psichico dei minori, che e' diretta conseguenza del benessere psichico dei genitori e della loro capacita' di relazionarsi in modo dialogante e comprensivo.

La via giuridica si concentra sugli aspetti squisitamente materiali, dimenticando che la famiglia e' fondata ed ha compiti fondamentali di educazione dei minori che sono spirituali, culturali, di relazione e che pertanto riguardano essenzialmente la psiche.

Quando esiste una distanza tra le visioni dei due genitori e manca il dialogo necessario per ricomporre il conflitto, la separazione non risolve il conflitto.

Per risolvere il conflitto e' necessario uno sforzo, per stimolare il dialogo e la relazione, assumendo la prospettiva del bambino come elemento di socializzazione dei genitori.

La guerra giuridica innescata dagli avvocati, procede in direzione diametralmente opposta, secondo il principio della massima contrapposizione, distruggendo l'avversario con ogni per ottenere dei vantaggi. Si attua allora un mobbing genitoriale, finalizzato alla distruzione di un genitore per escluderlo e per metterlo in condizioni di inferiorita' tali da non poter piu' reagire.

Questo e' il mobbing genitoriale.

Se ne e' parlato al convegno Roma, 3 Maggio 2006

Adattamento e psicopatologia familiare nella separazione coniugale

MOBBING GENITORIALE: CONVEGNO AILAS SULLA SEPARAZIONE GENITORIALE

Tuesday, January 17, 2006

parigenitorialita - la rete attiva

Mappa dei gruppi operativi per territorio e associazione di appartenenza.
Servizi: accoglienza, gruppi mutuo-aiuto, sostegno, mediazione, tutor, psicopedagogia
*mappa in costruzione - servizi in definizione*

RIFERIMENTI CULTURA SOCIOLOGIA PSICOLOGIA
AIMEF Associazione Italiana Mediatori Familiari

Social News
Family Live
Movimento Bambino ONLUS Maria Rita Parsi
scuola per genitori Vicenza Dr. Paolo Crepet
Osservatorio EX Fabio Nestola
Studio Legale Fiorin Massimiliano Fiorin
Lista per il Padre Dr. Claudio Rise
Diario di Bordo Dr. Claudio Rise
Osservatorio Mobbing Genitoriale Dr. Gaetano Giordano
Psicologia del Maschile Maschi Selvatici
Parola di Uomini UOMINI3000

Monday, January 02, 2006

progetto rete locale

Un problema fondamentale delle associazioni e' quello di essere ben presenti sul territorio, in modo da offrire un luogo di aggregazione locale, uno spazio fisico in cui incontrasi regolarmente.
Non tutti hanno internet e spesso non sanno a chi rivolgersi. Le comunita' esistenti hanno una specifica identita' locale, del gruppo che si riunisce sul territorio. Spesso queste realta' non hanno comunicazione tra di loro. Non sanno neppure della esistenza reciproca. La stessa associazione, con gruppi locali nelle varie citta', finisce per essere una costellazione di comunita' che pur condividendo lo stesso nome, non si parlano e non sono in grado di organizzare un progetto comune.

Questo progetto intende realizzare tre cose molto semplici:

1. identificare su tutto il territorio nazionale i punti di incontro fisici e l'agenda degli incontri, di ciascuna comunita' associativa, assieme riferimenti, internet, telefonici delle persone di riferimento - vorrei fare una mappa territoriale, un elenco regione per regione delle comunita' con almeno una persona di riferimento da cui partire. segnalatemi gli email da mettere in lista e mandatemi le informazioni da pubblicare.

2. favorire e sostenere la condivisione locale delle iniziative, con periodici incontri tra le comunita' che sono vicine sul territorio. per definire azioni condivise su base locale e per imparare dall'esperienza reciproca.

3. Definire progetti nazionali, trasversali a tutte le comunita' locali, in modo da aggregare e diffondere le esperienze, per aiutare ogni realta' locale ad offrire ai soci quello che serve. Per ogni progetto sara' necessario avere un referente locale, che partecipi al lavoro nazionale e faccia da tramite per tutto il gruppo locale. In questo modo potremo anche contribuire al miglioramento dell'organizzazione locale, definendo uno schema organizzativo omogeneo e replicabile su tutto il trritorio. con una rete di competenze nazionali che offrano il sostegno alle realta' che si stanno sviluppando. Il Progetto Spazio Papa' e' appena partito ed e' molto importante perche' consentira' di preparare e aiutare i soci alla crescita organizzativa omogenea, necessaria per far crescere il numero degli associati e per gestire in modo efficiente le informazioni.

Questa e' la organizzaione di base suggerita per ciascun gruppo operativo sul territorio. Pregherei i vari gruppi di farmi avere idee e proposte in merito:

1. Segretario - si occupa delle iscrizioni, compilazione modulo iscrizione, elenco dei soci, convocazione delle riunioni, redazione verbali e comunicazione amministrativa con la rete di realta' locali. grazie ai segretari potremo avere un censimento nazionale dei soci, e realizzare sistemi di votazione interna per decidere ufficialmente le posizioni nazionali, da portare ufficialmente nelle sedi istituzionali.

2. Comunicazione locale - si occupa di condividere volantini, materiale di comunicazione, lettere alle istituzioni, giornali, televisioni e altre associazioni locali con cui rimanere in contatto.

3. Eventi e manifestazioni - dovra' segnalare e coordinare la partecipazione agli eventi locali e alle manifestazioni. condivisione di notizie su scala nazionale

4. Sostegno psicologico - riferimento per il gruppo di "spazio Papa'" e per gli psicoterapeuti di sostegno, che possono servire piu' realta' locali contemporaneamente. dovrebbe avere una scheda per classificare il tipo di situazione per ogni socio, evidenzionado casi di pas e di madre malevola, nonche' altri dati utili ai fini delle analisi e studi su scala nazionale.

5. Tutor - si occupa di inserire e seguire i nuovi soci assistendoli e indirizzandoli nelle loro vicende, aiutandoli a crescere nella associazione. Con l'anzianita' ogni socio puo; diventare tutor e tenere i contatti personali con tutti i soci a lui affidati.

6. Sostegno Legale - per aiutare con l'esperienza l'orgarganizzione della strategia di difesa legale, con conoscenza ed accesso ai legali di fiducia dell'associazione. e situazioni. in particolare, nei casi piu' gravi di accuse di inidoneita' genitoriale, pedofilia e violenze, dovrebbe facilitare la creazione e condivisione di una competenza nazionale su come affrontare questi problemi.

7. Sostegno abitativo - per sostenere concretamente i papa' rimasti senza casa o che hanno figli lontani, si occupano di mettere in rete le disponibilita' abitative offerte da altri papa' sul territorio nazionale. Promuovono e coordinano iniziative con enti locali e altre associazioni per realizzare delle case del papa' in cui i papa' possano abitare e giocare con i loro figli, fino a che non hanno modo di trovare una sistemazione autonoma.

Piuttosto che una megariunione plenaria fatta una volta al mese, meglio definire un calendario di incontri associativi, alternando i diversi temi trattati, in modo da suddividere gli impegni tra i vari associati. spazio papa, sapazio legale, tutor accoglienza neo soci, riunione plenaria, riunione coordinamento, riunione conviviale.

Thursday, December 29, 2005

Spazio Papa' Nazionale

Spazio Papa' offre sostegno psicologico a mamme e papa' e si chiama cosi' proprio per dare spazio alla figura del padre - si parleranno papa' e mamme, in una situazione dove il padre separato ha difficolta' a svolgere il suo ruolo. Talvolta anche ostacolato da una madre che lo vede come nemico. La partecipazione delle mamme, che del resto hanno maggiore propensione a partecipare queste iniziative, aumenta lo scambio di conoscenze sulla funzione paterna ed aiuta a rielaborare le difficolta' di relazione tra genitori.

Spazio Papa' nasce a Torino per iniziativa dell'associazione Papaseparati, Marco Baldassari e il Dott. Andrea Sirianni psicologo psicoterapeuta. L'obiettivo del progetto e di estendere questa esperienza mettendo in rete tutte le altre esperienze che potranno nascere a livello nazionale, sia per iniziativa interna delle singole associazioni, che per disponibilita' dei singoli terapeuti a promuovere e far crescere lo Spazio Papa' su tutto il territorio italiano.

Spesso i genitori arrivano in associazione per chiedere aiuto legale, ma si capisce che hanno bisogno di sostegno in primo luogo, prima ancora di andare a parlare di aspetti legali. Esiste una notevole difficolta', nella grande maggioranza dei casi, a mettersi in discussione e sopratutto a rendersi conto che un sostegno potrebbe essere di grande aiuto. tuttavia la prima cosa che TUTTI dicono dopo il primo incontro e' Grazie, ora che sento di condividere quello che provo mi sento gia' piu' forte.

Questo "percorso" di ingresso nelle associazioni dovrebbe essere reso standard, passando per un ciclo di almeno 2-3 mesi in un lavoro fatto in gruppo, guidato da un terapeuta, interamente dedicato all'aspetto psicologico, alle emozioni e alle situazioni da gestire in condizioni tipiche di genitore non affidatario, nonche' Padre nel ruolo legato al maschile e all'educazione dei figli. Le madri potranno portare le loro difficolta' di relazione col Padre, proprio o dei propri figli.

Ovviamente questo percorso strategico richiede uno sforzo e un impegno organizzativo da parte di tutti i gruppi associativi locali, perche' si deve passare dalla associazione conviviale spontanea, attorno a una pizza o in riunione informale, a una impostazione organizzata, che dia continuita' ed affidabilita' ai servizi erogati, nonche' spessore concreto a tutte le ONLUS del movimento.

Questo passaggio si rende necessario per crescere dimensionalmente e culturalmente come associazioni, mantenendo una aggregazione organizzata di soci attivi, che potranno portare notevole ricchezza al movimento al di la della mera quota associativa. Il primo servizio concreto per aiutare ed al contempo inserire i nuovi soci dovrebbe essere proprio il gruppo di sostegno Spazio Papa' che consente di superare la "sindrome della conflittualita' risolta separandosi" per iniziare un percorso di rinascita aggregativa e di dialogo.

Questa e' la mappa del progetto dei gruppi Spazio Papa' esistenti sul territorio, in fieri.

Forum Psicologico online su www.papaseparati.it

CITTA' - gruppi di mutuo-aiuto con conduttore e/o psicoterapeuta
Torino
- Andrea Sirianni Rita Negro Mariella Piccione Giuseppe Mitola (mobbing)
Novara - Daniela Novara
Milano - Maurizio Romanò psicologo psicoterapeuta psicoanalitica a indirizzo junghiano. Bergamo-Milano- Silvia Rey Treviglio
Brescia/Cremona - Paolo Mombelli bassa bresciana-cremona
Trento - Cerchio Di Trento (Ornella)
Bologna - Massimiliano Fiorin
Firenze -
Roma - Gaetano Giordano Mario Andrea Salluzzo
Napoli -
Caserta - Giovanni D'Angelo - Casagiove
Messina -

dalle conversazioni avute finora ci sono tre livelli di aiuto

1. "comunita' conviviale competente" - il self-help in stile alcolisti anonimi, ma non guidato da uno psicoterapeuta. Mira a creare una comunita' di sostegno disponibile alla condivisione e il sostegno viene offerto quando serve anche al di fuori dal setting.

2. gruppo guidato con setting e psicoterapeuta. questo gruppo potra' riportare "in aula" in conferenza a tutti gli associati, il frutto di queste esperienze e lezioni che possano dare utili spunti a tutti.

3. sostegno individuale, focalizzato al maschile e rapporto padre- figli- famiglia nella situazione di separazione - questa competenza, non e' molto diffusa.

Ogni associazione ha facolta' di organizzare localmente, ma si tengano presente questi livelli, in modo da avere un progetto che consenta il confronto a livello nazionale. in queso modo potremmo poi presentare questa iniziativa presso tutti gli enti comunali, provinciali e regionali - nonche' ovviamente nazionali.

Ogni associazione deve avere un referente interno che si occupi dello Spazio Papa', affinche' il terapeuta resti esterno e non confondibile con la specifica comunita', sebbene possa appartenere a una associazione come socio. Ogni terapeuta potrebbe sostenere piu' comunita' e magari potremmo formare piu' terapeuti per ogni comunita'. Se tra le organizzazioni iniziera' la collaborazione, si potranno in futuro condividere gli spazi e fare gruppi misti. Per ora ogni comunita' ha il suo stile e il suo gruppo di autoaiuto. Un primo passo potrebbe essere il passaggio al livello due con un gruppo piu' ristretto di persone che vogliano lavorare su di se, guidati da un terapeuta. Allora valgono considerazioni sul setting comune e magari un luogo neutro.

sognando la california

Perche' quando due genitori non riescono piu' a condividere la vita assieme, devono per forza essere stritolati da un sistema giudiziale che soffia sul fuoco e induce alla ricorsivita' legale e all'eterno risentimento?

Con un sistema giudiziale, che presuppone due litiganti in causa, se il conflitto non c'e' si genera da solo. Per non parlare della lentezza e burocrazia del sistema giudiziario, che oltretutto e' assolutamente intasato e superficiale.

Esiste una sola soluzione: TENERE LE FAMIGLIE FUORI DAI TRIBUNALI.
La via per non fare soffrire i figli e' gia' stata tracciata in California:
Mediazione obbligatoria e pari genitorialita pregiudiziale.
Obbligo di presentare un progetto genitoriale da separati.

WHAT IS DIVORCE MEDIATION? WHAT IS CUSTODY MEDIATION?
http://www.peace-talks.com/what.html

Una procedura semplice, amministrativa
http://www.divorcewizards.com/divorcemartstepbystep.html

La situazione che minimizza lo stress per i figli
http://www.divorcewizards.com/house.html

Esempi di progetti di pari genitorialita'
http://www.sharedparentingworks.org/parentingplans.html

Il movimento di tutte le associazioni familiari converge su questi punti fondamentali.
Per il bene dei figli vogliamo subito una legge drastica, che azzeri il conflitto.

Padri e madri, genitori e figli uniamoci nel manifesto della pari genitorialita'